Foggia: dalle origini alla modernità, storia di una capitale del Sud

Origini del nome e antichità

L’etimologia più accreditata del nome Foggia lo fa derivare dal latino fovea, ovvero “fossa”. Sebbene il termine sia spesso associato alle famose fosse granarie — già presenti in epoca angioina — fovea potrebbe indicare anche un “bacino imbrifero”, come quello evocato dalla leggenda dell’Iconavetere e dallo stemma cittadino.

L’area del Tavoliere, dove sorge Foggia, fu crocevia di civiltà già nel Neolitico: qui si trova uno dei più antichi e vasti siti archeologici d’Europa (VI-IV millennio a.C.), testimone della nascita dell’agricoltura e dell’allevamento. Parte di questo patrimonio è oggi visitabile nel Parco Archeologico di Passo di Corvo.

Numerosi altri insediamenti preistorici sono stati rinvenuti nel quartiere Pantano, nell’attuale centro urbano (Villa Comunale) e nella zona dell’ex Ippodromo.

Arpi, la città perduta

A partire dal II millennio a.C., si affermò il centro di Arpi (o Argos Hippium), capitale della Daunia. Arpi vantava oltre 20.000 soldati, era ricca e ben collegata commercialmente. Secondo la leggenda, fu fondata da Diomede, eroe greco venuto da Argo, che avrebbe sposato Evippe, figlia di Dauno.

Virgilio, nell’Eneide, menziona Argyripa-Arpi come una delle più potenti città italiche, al punto da far temere persino la progenie di Enea. Tito Livio narra il suo tradimento durante le guerre puniche e la successiva riconquista da parte dei Romani.

Dall’abbandono medievale alla rinascita normanna

Dopo l’epoca romana, l’area di Foggia conobbe un lungo declino. Solo nell’XI secolo, con i Normanni, la città tornò a fiorire. Roberto il Guiscardo avviò opere di bonifica e ripopolamento, mentre nel 1062 fu ritrovata l’Iconavetere, la Madonna dei Sette Veli, in uno dei laghetti attorno alla città.

Federico II e l’età imperiale

Il XIII secolo rappresenta il periodo di massimo splendore. Federico II fece di Foggia una delle sue sedi predilette, costruendovi un sontuoso Palatium. La città venne elevata a “sede inclita imperialis”, una capitale de facto del Regno svevo, punto nevralgico per la caccia, la politica e la cultura.

Vi si tenevano assemblee pubbliche, come il Colloquium del 1240, e ricevette ospiti illustri come Pier delle Vigne e Taddeo da Sessa. Dopo le rivolte del 1229, Federico punì Foggia abbattendone le mura. Anche Manfredi, nel 1255, riconquistò la città dopo una vittoriosa battaglia contro i papalini.

Angioini, Aragonesi e la dogana delle pecore

Nel 1285 morì a Foggia Carlo I d’Angiò. Gli Aragonesi successivi valorizzarono la posizione strategica della città stabilendovi la dogana delle pecore, un’istituzione fiscale destinata a regolare la transumanza. Questo arricchì le casse del Regno, ma impoverì gli agricoltori locali.

Nel 1480 la città ospitò il Parlamento generale aragonese.

Il terremoto del 1731 e la rinascita settecentesca

Il 20 marzo 1731 Foggia fu colpita da un violento terremoto che distrusse un terzo delle abitazioni. La ricostruzione fu immediata e portò a un nuovo assetto urbanistico. La tradizione popolare racconta di un’apparizione mariana della Madonna dei Sette Veli durante una predicazione di sant’Alfonso de’ Liguori, che avrebbe spronato i cittadini alla rinascita.

L’Ottocento e il Risorgimento

Nel 1806, Foggia divenne capoluogo di provincia. La città si espanse verso la stazione ferroviaria e vide la costruzione di importanti edifici pubblici. Dopo l’Unità d’Italia e l’abolizione della dogana nel 1865, Foggia conobbe un nuovo sviluppo agricolo.

Nel 1867 vi nacque il compositore Umberto Giordano. La città fu anche teatro di fermento politico, partecipando ai moti del 1848 e del 1860.

Il Novecento tra guerre e ricostruzione

Nel corso della prima guerra mondiale, Foggia ospitò numerose famiglie profughe e fu sede di tre aeroporti militari. Nel 1916 vi soggiornò per alcuni mesi padre Pio da Pietrelcina.

Nel 1924 fu completato il maestoso Palazzo dell’Acquedotto Pugliese. Durante la seconda guerra mondiale, Foggia fu duramente bombardata nell’estate del 1943. La città fu poi occupata dalle truppe alleate il 1º ottobre, diventando base per le operazioni nei Balcani.

La ricostruzione postbellica diede nuova forma al centro urbano. L’opera di bonifica del Tavoliere rilanciò lo sviluppo agricolo, economico e demografico.

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